Psicoterapia per la dipendenza da cocaina: funziona?

di | 3 Settembre 2015

Molto spesso chi soffre di dipendenza da cocaina, pensa di risolverla rivolgendosi ad uno psicologo o a uno psicoterapeuta.

La psicoterapia, condotta da professionisti esperti, è un potente strumento terapeutico, ma chi ha una dipendenza da cocaina necessita di una presa in carico multidisciplinare. In caso contrario è molto difficile che la sola psicoterapia sia in grado di ottenere risultati positivi con un paziente dipendente da cocaina.

Per maggiori informazioni visita il sito www.disintossicazione.it

Molti pazienti scelgono di rivolgersi a uno psicologo o ad uno psicoterapeuta, perché convinti che la dipendenza da cocaina sia espressione di un disagio psicologico. Di conseguenza ritengono che affrontare il disagio porterà alla guarigione dalla dipendenza.

Questa convinzione è molto diffusa, e nei nostri centri sono giunti negli anni molti pazienti che avevano avuto una precedente esperienza fallimentare con la psicoterapia.

La dipendenza da cocaina è caratterizzata innanzi tutto dalle alterazioni del funzionamento cerebrale provocate dall’uso della sostanza stessa.

In parole semplici, il cervello non è più in grado di funzionare correttamente dopo essere entrato in contatto, ripetuto nel tempo, con la cocaina. I sistemi su cui agisce la cocaina sono numerosi, ma quelli in cui è più evidente l’azione di danneggiamento sono quelli che controllano la capacità di prendere decisioni ragionevoli.

Chi ha una dipendenza da cocaina infatti, non è più in grado di analizzare lucidamente le conseguenze delle proprie azioni. Per questo motivo, nonostante tutti i problemi che provoca l’uso continuativo di cocaina, non riesce a smettere.

L’errore che spesso si connette in questi casi è pensare che sia sufficiente rivolgersi ad uno psicoterapeuta per risolvere il problema. Se anche il paziente soffre per un disagio psicologico, i semplici colloqui con uno specialista non sono in grado di incidere sugli effetti a livello cerebrale della cocaina.

Quindi molto di frequente questo approccio è destinato al fallimento.

Perché? Vediamo i possibili casi:

1. Il paziente non ne parla con il terapeuta, o minimizza l’uso

Il terapeuta accoglie il vissuto del paziente, e prova a dare un senso alle crisi di ansia, di pianto, alle notti insonni, all’apparente depressione, agli stati maniacali, alle repentine variazioni negli stati d’animo. Dopo un po’, il terapeuta comincia a porsi il problema se, dietro a tutta questa confusione, non ci sia l’uso di qualche sostanza, e lo chiede al paziente.

E cosa fa il paziente?

Se non lo ha fatto prima, è probabile che continuerà a non dichiarare o a minimizzare l’uso di cocaina, perché è convinto che non sia un problema, perché sì ogni tanto la uso ma lo fanno tutti, perché è mia moglie che non mi capisce, perché lavoro tanto e sono stressato, e via dicendo.

Finché il problema è negato, minimizzato, identificato con “altro”, è impossibile affrontarlo. E se il terapeuta non è in grado di identificare il problema e far capire al paziente che la sua ansia si chiama craving, che la sua depressione si chiama astinenza, che le sue paranoie sono una conseguenza dell’intossicazione, non potrà nemmeno fare l’unica cosa che in questa fase è utile al paziente: motivarlo ad affrontare il problema rivolgendosi a specialisti.

2. Il paziente cerca di affrontare il suo disagio psicologico in una situazione di intossicazione e instabilità emotiva correlata all’uso

Il paziente intossicato è in una situazione di grande instabilità emotiva, dovuta all’uso della sostanza. Inoltre, parlare del proprio disagio psichico, che si tratti di difficoltà relazionali, ansie, stress lavorativi, etc., è nella maggior parte dei casi un motivo di stress

Chi fa uso di cocaina è abituato ad utilizzarla per gestire le situazioni stressanti. La psicoterapia, per definizione, è frustrante, perché mette il paziente di fronte alle proprie sofferenze. In questa fase il paziente non è in grado di svolgere in maniera proficua questo tipo di lavoro.

Per questo il terapeuta, non appena ha individuato il reale problema del paziente, ha un’unica opzione. Prima di proseguire ogni altro tipo di intervento di psicoterapia, infatti, non può che invitare il paziente a rivolgersi a centri specializzati nella disintossicazione da cocaina.

Per maggiori informazioni visita il sito www.disintossicazione.it

Il trattamento efficace per la disintossicazione e il trattamento della dipendenza da cocaina:

Se la psicoterapia, da sola e in prima battuta, non è un trattamento efficace per la dipendenza da cocaina, cosa è necessario fare? 

Negli anni le terapie per il trattamento della dipendenza da cocaina non hanno prodotto risultati degni di nota. Tuttavia, nel 2013 l’equipe del professor Gallimberti ha cominciato ad utilizzare una metodica innovativa, che si è dimostrata da subito molto efficace.

Si tratta della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). Grazie a questa metodica innovativa, l’equipe del professor Gallimberti ha potuto dimostrare la natura biologica sottostante il craving da cocaina. Cosa ancora più importante, grazie alla stimolazione delle aree cerebrali alterate dalla cocaina, il team ha dimostrato che era possibile mettere il craving sotto controllo.

Per avere maggiori informazioni, sui nostri centri di Milano, Roma e Padova, visita il nostro sito www.disintossicazione.it

oppure scrivi una email a terapiacocaina@gmail.com,

oppure chiama il numero verde 800 032 614

9 pensieri su “Psicoterapia per la dipendenza da cocaina: funziona?

  1. rita

    BUON GIORNO,
    quindi io che sto insistendo con mio marito a convincerlo ad andare da uno psicologo…e ci ero quasi riuscita…ora mi dice che è stato tutto inutile e che devo ricominciare l’opera di convincimento per uno specialista??non ci riuscirò mai…fa uso dall’età di 18 anni, nei primi anni ne ha abusato.
    Adesso va una volta al mese e in ferie, es. quest’estate, 4 volte in 20 giorni…appena prende lo stipendio è il suo primo pensiero…credo proprio che sia dipendente…leggendo i vari siti internet mi accorgo che purtroppo il suo carattere va a peggiorare sempre di più, e quello che mi preoccupano sono i 2-3 giorni sucessivi all’uso, in quanto diventa paranoico ( anzi la paranoia ormai ce l’ha perenne) verso me ( gelosia ossessiva) e verso gli altri ( sono tutti contro di lui, tutti inferiori, tutti delle merde), e anche aggressivo con le parole…poi si rende conto e passa allo stato depressivo ( la sua vita fa schifo, non ha mai soldi – che invece spende per la coca).
    Quando ne fa uso a me viene proprio il disgusto a guardare in che condizioni si trova ( vigile, contorto nei movimenti che sembra un robot, si chiude in casa o esce per non farsi vedere da nessuno ecc.) e gli faccio notare tutti i suoi comportamenti anormali, per fargli capire lo stato in cui si riduce …ma purtroppo mi dice che anche questo atteggiamento da parte mia è sbagliato…non so come comportarmi e non so come convincerlo che da solo non ce la può fare…ha un carattere troppo fragile e ormai troppo lesionato dalla droga…

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    1. albertoterraneo Autore articolo

      Cara Rita,
      capisco bene la tua situazione, l’ho sentita raccontare innumerevoli volte da mogli, madri o compagne di chi usa cocaina.
      Le circostanze possono variare, ma in realtà si assomigliano tutte: lui non riconosce il problema, ma non riesce nemmeno a superarlo. Ho scritto un approfondimento su questo argomento, puoi trovarlo qui.
      Purtroppo, pensare che la psicoterapia da sola sia in grado di tenere sotto controllo il desiderio di cocaina, è un’illusione che gli stessi psicoterapeuti riconoscono.
      Può essere che nel tuo caso ci siano problematiche di tipo psicologico che hanno bisogno di essere affrontate, ma prima va messo sotto controllo l’uso di cocaina, agendo sui circuiti neurali danneggiati dalla sostanza. Senza questo tipo di lavoro, ogni altro tentativo di aiutare tuo marito è destinato con buona probabilità a fallire. Sarebbe un po’ come provare a ridipingere le pareti di una casa in fiamme, prima ancora di aver spento l’incendio…

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  2. Simone

    Ciao io c sto provando resisto massimo 3 settimane poi basta un bicchiere di vino in piú o guardo un bel sedere e m rimonta all’ improvviso senza controllo..aiuto

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    1. albertoterraneo Autore articolo

      Quello che descrivi, Simone, è un meccanismo molto comune sul perché capitano certe ricadute.
      Ho provato a spiegarlo in questo post.
      Non sottovaluterei la situazione, è improbabile che si risolva da sola, senza che tu faccia nulla.
      Se cerchi un aiuto concreto, contattaci.

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  3. Antonio

    Ciao, ormai faccio uso di questa merda da circa 5 mesi e ogni volta mi ripeto: domenica ultima volta poi basta” e il lunedì mi manca e la cerco disinteressandomi di quanti soldi ho in tasca o di quello che sto facendo (uscendo anche prima dal lavoro). Così via per il resto della settimana. Inutile che vi racconto quante notti insonni, mattine a pezzi e “l’obbligo ” a rifarlo per riprendermi dalla stanchezza fisica. Al massimo l’ho lasciata perdere per 2-3 giorni questa dipendenza per poi ricaderci e ormai sono circa 50 giorni che la cosa è diventata quotidiana arrivando a spendere anche 500€ a settimana. Faccio 2 lavori e il fatto che posso permettermi di non fare debiti probabilmente è un mio fattore di rovina e ricadute.
    Della mia situazione non ne ho mai parlato a nessuno, per vergogna probabilmente perché è come dichiarare un fallimento della propria persona e chiedere aiuto è difficile di conseguenza. Ma non so come fare a questo punto. Vedo la situazione peggiorare di mese in mese, nonostante mi ripropongo di smettere nei prossimi giorni o mesi, economicamente mi sto rovinando..
    Chiedo un aiuto, un consiglio su come fare perché temo di rovinarmi davvero di questo passo.
    Scusate per questo mio intervento lungo ma è la prima volta che racconto quello che sto passando

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    1. albertoterraneo Autore articolo

      Caro Antonio,
      provare vergogna è molto comune in chi vive il tuo stesso dramma, ed è però una di quelle cose che rischia di fregarti. Si prova vergogna perché si pensa che sia un vizio, una debolezza, senza rendersi conto che in realtà è un vero e proprio disturbo che ha componenti neurologiche importanti. Solo che in questo modo, vergognandoti e non chiedendo aiuto, continui a non affrontare il problema, lasciando che questo peggiori ogni giorno.
      La verità è che le persone che ti sono vicine, per quanto tu possa fare per nasconderti, si accorgono che qualcosa non va, soprattutto se la cosa è cresciuta così rapidamente come nel tuo caso. E ne soffrono, non capiscono, magari ti chiedono. Non riuscirai a mentire a lungo, ed è estremamente improbabile che tu riesca a risolvere la situazione da solo.
      A differenza di molti altri sei in una situazione favorevole, perché te ne stai rendendo conto.
      Non aspettare oltre, contattami –>QUI<--, e ti aiuterò a capire cosa fare.
      Se hai dubbi, prova a leggere qualcuna delle testimonianze delle persone che hanno deciso di farsi aiutare da noi (le trovi –>QUI<--).
      È la tua vita Antonio, pensa seriamente a come vuoi viverla…

      Rispondi
  4. andrea

    ci sono dentro in pieno una quotidianita che da 3 anni arriva a 2,5 al giorno
    ma un autocontrollo che mi spaventa perche i miei effetti sono diversi. sono sempre io anche dopo 2 3 4 addirittura. ma ci sono momenti che vorrei solo chiudere gli occhi e sognare che quando mi sveglio sia tutto finito. poi sono solo vivo solo con 2 gatte che mi danno conforto anche solo per la sua presenza.Ho 38 anni e sono 23 anni che le dipendenze fanno parte del mio vivere.

    Rispondi
    1. andrea

      una vita difficile da gestire però non ho mai fatto del male a nessuno e tanto meno rubare ecc per andare avanti tutto un mio maccanismoche mi fa vivere sempre sul filo del rasoio. Ma il rasoio mi ha tagliato durante la mia vita,ma mi sono sempre rialzato ho girato mezzo mondo ho usato tutte le sostanze che si possono trovare ma sempre sapendo cosa stavo facendo uso la testa MEGLIO PERDERE 1SECONDO NELLA VITA CHE LA VITA IN 1 SECONDO lo semore pensata cosi Ho esperienze da vendere e mi sono pure sposato non mi pento di nulla del mio passato perche quello che facevo lo volevo fare veramente, già gli anni passano e la mia vita sociale si è spenta e ridotta sul divano. sono consapevole di ciò che mi succede ma sempre presente

      Rispondi
    2. andrea

      una vita difficile da gestire però non ho mai fatto del male a nessuno e tanto meno rubare ecc per andare avanti tutto un mio maccanismoche mi fa vivere sempre sul filo del rasoio. Ma il rasoio mi ha tagliato durante la mia vita,ma mi sono sempre rialzato ho girato mezzo mondo ho usato tutte le sostanze che si possono trovare ma sempre sapendo cosa stavo facendo uso la testa MEGLIO PERDERE 1SECONDO NELLA VITA CHE LA VITA IN 1 SECONDO lo sempre pensata cosi Ho esperienze da vendere e mi sono pure sposato non mi pento di nulla del mio passato perche quello che facevo lo volevo fare veramente, già gli anni passano e la mia vita sociale si è spenta e ridotta sul divano. sono consapevole di ciò che mi succede ma sempre presente

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