La ricaduta nell’uso di cocaina, ne caratterizza la dipendenza. Perché questo avviene, e cosa si deve fare per interrompere questo comportamento?
Per comprendere i perché delle continue ricadute a cui vanno incontro i pazienti che hanno sviluppato una dipendenza da cocaina, è utile analizzare le informazioni che derivano da modelli animali. Nel caso dei pazienti cocainomani, ci sono delle analogie molto forti per alcuni comportamenti che si riscontrano nei laboratori di ricerca. Se mettiamo dei ratti in una gabbietta dove, premendo una leva, ricevono cocaina, appena fanno il collegamento leva-cocaina, si attaccano alla leva e continuano a premerla infinite volte. Smettono di dormire, si disinteressano al cibo, non prestano attenzione alle femmine in calore. La loro esistenza si trasforma rapidamente nella ripetizione meccanica di un unico gesto: la pressione della leva per avere cocaina.
Se la somministrazione di cocaina viene interrotta, il topo inizialmente continua a premere la leva, inutilmente, anche per giorni. Poi, pian piano, la frequenza diminuisce, finché non cessa del tutto.
Passate alcune settimane, tempo che, in proporzione, corrisponde a molti mesi per un uomo, il topo non rivolge più alcuna attenzione alla leva.
Eppure, molto rapidamente, è possibile indurre il topolino a premere di nuovo la leva, come se tutto l’intervallo di tempo non fosse mai trascorso.
In che modo è possibile indurre una “ricaduta” nella ricerca di cocaina?
Esistono vari modi, e ognuno di questi ci insegna qualcosa sui fattori di rischio ricaduta anche per gli esseri umani:
1. Far tornare alla memoria.
L’olfatto, spesso sottovalutato, è un senso potentissimo (specialmente per i topi) ed è strettamente legato al sistema della memoria. Basta che il topo torni a sentire l’odore della cocaina, per rimettere in moto la pressione compulsiva della leva. Nell’uomo questo può avvenire anche attraverso la vista, che è il senso per noi più importante. Ciò non significa che basta vedere un film con scene di cocaina per determinare con certezza una ricaduta, però è difficile che un consumatore abituale resti indifferente a certe scene, ed è anzi molto probabile che la voglia faccia capolino…
2. Ripresentare degli stimoli associati al consumo.
Nella fase in cui davamo cocaina al topo, ogni volta che premeva la leva accendevamo anche una luce rossa, che diventava così per il topo l’annuncio che la coca stava arrivando. A distanza di settimane dall’ultima volta che abbiamo somministrato cocaina, basta riaccendere la luce rossa perché il topo si precipiti a pigiare la leva, nella speranza di ricevere qualcosa. Lo stimolo associato, che per il topo è la luce rossa, per l’uomo è tutto il contorno di ambienti, persone, situazioni, abitudini, che erano associate al consumo. Disintossicarsi dalla cocaina senza poi andare a modificare le proprie abitudini e frequentazioni, significa giocare col fuoco e tenere aperte le porte ad una possibile ricaduta.
3. Dare un po’ di euforia, con altre sostanze.
Se diamo da bere al topino, che ormai da tempo si è rassegnato a non premer più la leva, dei piccoli quantitativi di alcol, puoi star certo che in brevissimo tempo lo troverai attaccato alla leva, a chiedere cocaina. Nella nostra esperienza clinica, questo accade spessissimo anche nell’uomo. Questo è un aspetto molto importante, che va gestito con attenzione, perché l’alcol, le canne, ed altre sostanze, sono potenti fattori di rischio ricaduta nella cocaina, e lo sono anche per chi non ha un problema di dipendenza alcolica o da canne.
4. Mettere il topino sotto stress.
Nella gabbietta del nostro topolino possiamo mettere una griglia elettrificata al posto del pavimento, e inviare così al povero animale delle brevi scosse. Queste, pur non mettendolo in pericolo, sono abbastanza fastidiose da metterlo in una condizione di allerta costante, ovvero di stress. E indovina un po’ come reagisce il topo, oramai disintossicato da tempo, in questa situazione? Va a premere la leva in cerca di cocaina. Nell’uomo accade esattamente lo stesso: anche se di solito non vivono in gabbie con il pavimento elettrificato, anche i pazienti disintossicati si trovano a fronteggiare momenti più o meno stressanti, e il loro sistema nervoso è abituato a reagire agli stress con l’uso di cocaina.
Questi sono solo alcuni dei fattori di rischio ricaduta per un consumatore abituale di cocaina. Ce ne sono molti altri naturalmente, ma questi, che ci insegnano i topini cocainomani, sono particolarmente importanti, perché fanno riferimento a delle modificazioni neurali che sono alla base dell’insorgenza e del mantenimento della dipendenza da cocaina.
La sfida è trovare il modo di rendere reversibili queste modificazioni, per ridare piena funzionalità alle aree colpite dall’uso prolungato di cocaina. La TMS è la prima terapia ad operare con questo obiettivo dichiarato, ed i primi risultati della sua sperimentazione sono davvero promettenti.
Se desideri avere maggiori informazioni scrivimi a: info[chiocciola]terapiacocaina.com, o lascia un commento qua sotto, grazie!
Mi piacerebbe iniziare il tms
Che é difficile smettere
Caro Gianni,
è chiaro che è difficile smettere. Se chiedi ad un daltonico di distinguere i colori, lui non sarà in grado di farlo, non per mancanza di buona volontà, ma per la compromissione del sistema di riconoscimento cromatico. Lo stesso accade al dipendente da cocaina, dove la compromissione di alcune aree cerebrali frontali rende impossibile il distacco dalla sostanza, quindi non c’è buona volontà che tenga. Se vuoi approfondire questo aspetto, leggi anche “La cocaina è solo un vizio passeggero, smetto quando voglio…!”
Se sei interessato al trattamento con TMS per risolvere il tuo problema, scrivimi a info@terapiacocaina.com
Gentile dottore
Sarei interessato a sottopormi al trattamento tms
Grazie
Piero,
intanto stai partendo con il piede giusto, cioè ammettere di avere un problema e ammettere di avere bisogno di un aiuto per venirne fuori. Compiere questo primo passo è spesso la cosa più difficile.
Contattami con una mail a info@terapiacocaina.com, e cerchiamo di trovare insieme una soluzione che faccia al caso tuo, grazie!
Alberto